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| Torna all'elencoGioco - Augusto Donati nuovo presidente di Ali

Tra i fondatori e a lungo tempo presidente della cooperativa sociale Finisterrae, Donati ha dedicato nel corso della sua attività educativa e professionale un posto speciale alla pratica ludica e al riconoscimento della sua dignità nell’ambito del lavoro sociale.
Animatore e ludotecario esso stesso, nonostante oggi professionalmente si occupi soprattutto di altro, ha accettato il nuovo incarico con entusiasmo e voglia di fare.
Tre le linee programmatiche, concordate con il direttivo uscente verso il quale il nuovo manterrà un approccio di sostanziale continuità, che dovranno caratterizzare il suo mandato:
1) rafforzare e ampliare la compagine associativa di Ali; 2) dare forma giuridica compiuta all′associazione per poter usufruire di finanziamenti comunitari e statali; 3) riavviare le attività verso l′esterno e le iniziative di scambio tra gli associati.
Augusto,
congratulazioni. Il nuovo impegno corona una lunga attività dedicata al gioco e
al riconoscimento dell’importanza del suo ruolo.
«Sono onorato di essere il presidente
di Ali, una realtà cui debbo molto perché ha contribuito alla mia crescita
professionale e non solo. Cercherò di mettere la mia esperienza al servizio dei
soci per rappresentare le istanze di chi opera
sul territorio con progetti ludici, pedagogici e socioculturali fondati
sull’affermazione del diritto al gioco e alla cittadinanza attiva. Ringrazio Massimo Celli, il
presidente uscente, e con lui tutto il direttivo (Giovanni Lumini, Viviana
Luongo, Paolo Calamita, Simone Perina) per il lavoro svolto in questi anni: va
loro riconosciuto il merito di aver portato avanti con passione e dedizione
l’associazione fino ad oggi».Quali
sono le priorità di Ali?
«Innanzitutto quella di coordinare e facilitare il confronto delle varie esperienze e metodologie
di pedagogia ludica e socioculturale attive in Italia. Bisogna, inoltre, fare
rete tra le diverse realtà nazionali per favorire la ricerca, la consulenza e
lo sviluppo di metodologie per l′animazione ludica e la tutela del diritto al
gioco. Importante sarà riuscire ad organizzare incontri, occasioni di formazione
e convegni sia a livello nazionale che internazionale sul tema del gioco. Occorre
rappresentare le ludoteche e i ludobus italiani a livello nazionale ed
internazionale per produrre, raccogliere e divulgare la documentazione relativa
all′esperienza dei ludobus e delle ludoteche in Italia ed all′estero. Penso che
Ali in questo momento abbia bisogno di allargare la sua base sociale, di
coinvolgere nuove realtà territoriali soprattutto al sud d’Italia (ad oggi non
abbiamo soci a sud di Napoli), di ridare slancio all’associazione trovando
nuove modalità di coinvolgimento alla vita associativa».
Hai
avuto modo di verificare lo stato dell’arte del gioco in vari paesi europei;
come si colloca lo scenario italiano nei suoi confronti?
«In molti paesi europei i diritti
dell’infanzia sono più tutelati di quanto lo siano in Italia; nel 2007 ho
partecipato al 36° Congresso Internazionale dei Ludobus in Lussemburgo e ho
potuto rendermi conto personalmente di quanto la cultura del gioco nel nord Europa
specialmente sia molto più riconosciuta, difesa e diffusa. In Italia
soprattutto in questa fase storica i primi servizi a cui vengono tagliati i fondi
sono quelli al sociale, e i servizi rivolti all’agio (quindi per esempio le
ludoteche e i ludobus) sono i più colpiti».
Perché
oggi, in questo periodo di congiuntura economica, si dovrebbero spendere dei
soldi per il gioco?
«Perché i bambini di
oggi saranno gli adulti di domani e quindi investire sulla loro educazione è
fondamentale. E poi perché il sapersi “mettere in gioco” in periodi di crisi
economica, culturale, sociale, penso sia l’unico modo che abbiamo per avere
speranze compiute di uscirne con nuove proposte e nuove linee di sviluppo».

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