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Grazie...
scritto da Nino - 12.01.2008
Grazie per l′ampia delucidazione. Una cosa è certa: non possono essere dei bambini innocenti a pagare le conseguenze per i comportamenti dei genitori clandestini né tantomeno per le carenze normative di una nazione che come suo solito si presenta sempre indecisa e insicura nelle leggi e negli atteggiamenti. Purtroppo siamo un paese che non ha alcuna certezza nemmeno nelle cose più semplici e scontate. Mah...
Re: Una spiegazione...
scritto da Renato - 12.01.2008
Come al solito in Italia è tutto complicato. La risposta comunque è no: un immigrato scoperto senza permesso di soggiorno non viene subito rimpatriato. Gli viene impartito un ordine di espulsione, ma se non lo rispetta non si può fare molto. Esistono i cosiddetti "Centri di permanenza temporanea" (Cpt) di detenzione per le persone in attesa di espulsione: l′immigrato irregolare deve soggiornarvi in attesa di un provvedimento che può essere emesso solo dal magistrato ordinario. Formalmente la permanenza di un clandestino in un Cpt è giustificata dalla necessità di accertamenti sull’identità in vista dell’esecuzione coattiva del provvedimento. In realtà, passati 60 giorni senza che il giudice si sia pronunciato, non può più essere trattenuto. La legge Bossi-Fini aveva tentato, in più punti, di dare potere alle questure. Queste all′inizio erano in grado di disporre l′arresto e l′espulsione immediata degli irregolari. Ma Corte Costituzionale e Cassazione, in varie riprese, hanno decretato l′impossibilità di espulsione in assenza di un contraddittorio davanti al giudice chiamato a convalidare il provvedimento. Conseguenze: i Cpt sono pieni fino all′inverosimile e diventano, nella pratica, veri e propri lager. Il sistema delle espulsioni in Italia è talmente assurdo da rendere impossibile addirittura l′incarcerazione della persona che irregolarmente soggiorna in Italia e che ha ripetutamente violato il decreto di espulsione intimatogli dal prefetto. Se il giudice non si è pronunciato, infatti, non sussiste recidiva. Col risultato (paradossale) che anche se hai a tuo carico decine di decreti di espulsione, puoi restare. La polizia infatti non può costringerti ad andartene finché il giudice non si pronuncia. Naturalmente la sentenza del tribunale può essere appellata fino al terzo grado. E con ciò passano gli anni, gli immigrati restano in Italia anche senza permesso di soggiorno, non trovano lavoro, alimentano l′economia sommersa talvolta gestita dalla criminalità organizzata (per lo più italiana), ed intanto la vita continua: si mette su famiglia, si hanno figli, si creano comunità nuove. Il punto di partenza della nostra discussione è appunto questo: se i bambini clandestini sono qui - non importano i motivi: possiamo starne a discutere per anni -, ma se sono comunque qui, ora, e per intanto non possono essere espulsi: hanno diritto a frequentare le scuole come gli altri? E ancora: conviene agli italiani lasciarli fuori, emarginarli, anziché cercare di includerli?
Una spiegazione...
scritto da Nino - 10.01.2008
Non conosco bene la normativa sull′immigrazione per cui vi chiedo: un immigrato scoperto senza permesso di soggiorno viene rimpatriato subito o no?
Viene rimpatriato da solo o con la famiglia al seguito? Grazie per i chiarimenti.
Re: Fioroni alle strette
scritto da Renato - 10.01.2008
Dalle mie parti si dice: se mio nonno non fosse morto sarebbe vivo. Gli immigrati clandestini ci sono adesso, ci sono stati durante i cinque anni del Governo Berlusconi-Bossi-Fini-Casini, ed anche prima non sono mai mancati. Tutti i discorsi, le considerazioni, le invettive, di destra e di sinistra, sono cosa da niente al confronto di un bambino che bussa alla porta di una scuola. Può venire anche dalla luna, ma è un bambino. Negargli un futuro ed un′istruzione per le colpe dei padri, dei doganieri o dei burocrati, è contrario ai principi di uno Stato di diritto.
Auguri anche a te.
Fioroni alle strette
scritto da Ivan - 10.01.2008
Pienamente d′accordo sul diritto allo studio, ma se i figli dei clandestini non ci fossero il problema non si porrebe proprio.
Concordo quindi pienamente con la decisione del sindaco di Milano Letizia Moratti e vorrei che questo governo incapace di far rispettare la Costituzione a monte si dimettesse subito.
Se dovessimo farne una semplice questione di denaro come già scritto dalla regione Lombardia, se le scuole paritarie dovessero diventare statali i figli dei milanesi in età scolastica perderebbero tanti vantaggi in un batter d′occhio, vantaggi conquistati in anni ed anni di sacrifici e lavoro.
O forse il governo intende pagare per i servizi offerti alle scuole dai Comuni lombadrdi? Pagherà Fioroni di tasca sua?
Auguri!

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