Le dipendenti impiegate presso il
nido, però - ed è questo che ci ha colpito -, hanno spiegato in modo inequivocabile che le motivazioni della loro astensione non sono legate alla protesta nazionale. Vanno invece ascritte soltanto a questioni locali.
Così hanno candidamente affermato di aver aggirato le norme relative all’indizione degli scioperi nei servizi essenziali; norme che, lo ricordiamo, sono a tutela dei diritti tanto dei lavoratori quanto dei beneficiari dei servizi. Per cui facciamo fatica a credere che le manifestanti si siano davvero dispiaciute per il disagio causato ai loro «piccoli utenti».
Fin qui sul metodo. Veniamo ora al merito.
Le dipendenti dichiarano di non vedere riconosciuta la loro professionalità e di vivere costantemente la precarizzazione e lo sfruttamento del loro lavoro.
Ebbene, è giusto che si sappia che: 1) le 21 lavoratrici impiegate presso il nido d’infanzia di
Grottaferrata sono tutte stabilmente assunte con contratto di lavoro subordinato a tempo indeterminato; 2) il Ccnl di riferimento, tra i più tutelanti nel settore, viene applicato integralmente dalla cooperativa; 3) nessuna indennità di cui le dipendenti hanno diritto è stata mai negata loro.
Quanto al fatto che le lavoratrici subirebbero una situazione di sfruttamento, nessuno l’ha mai segnalato né a noi né alle istituzioni competenti. Poiché si tratta di un’affermazione molto grave, chiediamo di circostanziarla: altrimenti valuteremo con i nostri legali la possibilità di presentare denunce per diffamazione.
Infine, non ultimo, dobbiamo sottolineare lo strano tempismo della protesta, che è scattata tutta assieme non appena è stata diffusa la notizia relativa alla graduatoria delle offerte presentate per il nuovo appalto.
E qui, per farci intendere, abbiamo l’obbligo di precisare qualcosa di più.
(Le dipendenti e il sindacato Usb sono già stati bene informati, ma è opportuno che lo siano anche le famiglie e gli altri
stakeholder. Il nido d’infanzia è una cosa importante e bisogna parlarne con proprietà, pesando le parole.)
Primo:
Parsifal ed Altri colori non sono attualmente aggiudicatari, neanche provvisori, della procedura di selezione della migliore proposta di gestione del nido d’infanzia di Grottaferrata. La stazione appaltante, rilevata l’anomalia dell’offerta ai sensi dell’art. 97 co. 3 del d.Lgs. 50/2016, ci ha chiesto di fornire, entro il 19 dicembre, le giustificazioni che saranno oggetto di una successiva valutazione da parte della commissione giudicatrice.
Secondo: non abbiamo preannunciato alcun taglio. Già il 6 dicembre abbiamo scritto a Usb smentendo l’affermazione che il sindacato continua ad attribuirci. Non essendo al momento aggiudicatari, non siamo in diritto di fare dichiarazioni sul dopo gara.
Terzo: il criterio di assegnazione della procedura non è il prezzo più basso, ma il rapporto qualità/prezzo. La nostra offerta ha ottenuto il miglior punteggio relativo agli aspetti qualitativi. Il ribasso che abbiamo presentato è stato minimo, solo lo 0,67%, e non è stato affatto determinante nella valutazione complessiva delle proposte degli operatori economici concorrenti.
Assolte queste doverose premesse, dobbiamo concludere che il motivo di doglianza principale risiede nel ridotto livello di spesa da parte del
Comune di Grottaferrata rispetto al passato.
Ma se è così, perché lo stato di agitazione non è stato proclamato in estate, cioè non appena il bando è stato pubblicato? Perché la protesta e gli scioperi avvengono, di fretta e con assoluta intempestività, solo in questi giorni? Perché le dipendenti, sapendo che è in corso una delicata procedura di verifica dell’offerta risultata migliore, decidono di fare rumore cominciando col provocare disagi alle famiglie e puntando a far saltare la gara proprio quando è prossima all′esito? Perché dopo anni di silenzio denunciano di essere sfruttate senza produrre una minima evidenza che attesti un qualche circostanziato abuso?
L’unico oggettivo effetto della loro azione è porre in cattiva luce noi, che siamo i titolari della gestione del servizio. Essendo la gara in fase endoprocedimentale, questo loro comportamento, che come abbiamo spiegato è scorretto sia per il metodo che nel merito, rischia di influenzare le valutazioni della commissione giudicatrice, non foss’altro perché potrebbe, anche indirettamente, alterare le condizioni di contesto che devono continuare ad essere di necessità neutrali.
Perciò, in rappresentanza di Parsifal e di Altri colori, diffidiamo le dipendenti e l’organizzazione sindacale Usb che le rappresenta dal continuare ad affermare falsità ed a provocare discredito nei nostri confronti, avvertendo fin d’ora che, in caso contrario, adiremo le vie legali presso le competenti sedi giudiziarie per il risarcimento dei danni materiali ed immateriali a qualsiasi titolo da esse causatici.
Le foto sono state scattate presso un nido d′infanzia gestito dal Consorzio Parsifal.