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La questione obiettori di coscienza è aperta. Attualmente la legge vigente, 230/98, prevede l’esclusione - di quanti alla maggiore età sia siano dichiarati obiettori di coscienza - da una nutrita quantità di concorsi o possibilità lavorative, anche in campo civile, che abbiano qualunque attinenza con il possesso di licenze di pubblica sicurezza, con la detenzione di armi o la produzione di dispositivi esplodenti.

A titolo esemplare, le professioni off limits per i circa 800mila obiettori italiani sono: vigili urbani, fuochini addetti a giochi pirotecnici, guardiaparco, direttori di cave e miniere, produttori di air-bags, appartenenti alle forze dell′ordine, tecnici di polizia scientifica e persino atleti nei gruppi sportivi delle forze di polizia. L’Associazione Tutela Diritti Ex Obiettori, si è sempre espressa in maniera decisamente critica, considerando la legge discriminatoria, anche in virtù del fatto che i soggetti contrari al servizio militare, hanno comunque reso un servigio civile di pubblica utilità.

Finalmente la vicenda sembra aver avuto una svolta importante. L’8 maggio scorso nell’aula di Montecitorio è stato approvato (in prima lettura) un disegno di legge che riveda e attenui i divieti professionali per la categoria. Con l’eventuale definitiva approvazione, infatti, un ex obiettore potrà, all’occorrenza (ma dopo almeno 5 anni dal congedo) avviare la pratica di revoca del proprio status di o.d.c.; questo lo vedrà nuovamente compatibile con ogni esercizio professionale, rendendolo, di contro, soggetto a richiamo militare, qualora vi fossero straordinarie mobilitazioni belliche.

Tra l’altro, da tempo l’Associazione Tutela ha richiesto una verifica giuridica, in merito alla compatibilità della normativa italiana (e conseguenti divieti) con la Direttiva Europea 2006/54/CE, relativa al principio di parità di trattamento nella fase di accesso al lavoro. Tale verifica è tuttora in corso.

Documenti

Il testo del disegno di legge (.zip 115Kb)