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| Torna all'elencoServizio civile - I volontari raccontano (3a tappa)
Spesso la vita ci pone di fronte a delle scelte, a due strade diverse da percorrere... e anche noi, nel nostro viaggio in compagnia dei nostri volontari in Servizio Civile siamo giunti, con la terza tappa, ad un bivio.
Attenzione, non si tratta della classica scelta tra la via giusta e quella sbagliata. Le strade che stiamo per percorrere sono simili, entrambe possono presentare degli ostacoli, entrambe necessitano di molto impegno ed entrambe alla fine portano allo stesso traguardo...
Ma procediamo per gradi.
In questo articolo abbiamo pensato di proporvi due interviste, di raccontarvi le storie di due volontarie che hanno fatto scelte diverse.
La prima, Cristina, è una studentessa di Scienze Politiche ed ha deciso di svolgere il suo anno di Servizio Civile in un centro servizi per anziani di Roma, in cui si occupa principalmente di segretariato sociale, ma anche dell’organizzazione di attività ludiche e di aggregazione.
Tra le attività che svolgi quotidianamente, quale pensi sia la più efficace per il raggiungimento degli obiettivi di progetto?
Quello di cui mi occupo quotidianamente è offrire soluzioni, sia attraverso degli interventi di natura domiciliare sia fornendo alla persona anziana gli strumenti per riconquistare l’autonomia (laddove è possibile ovviamente).
Ogni giorno intrattieni uno scambio con gli anziani: trovi che in queste occasioni emerga un valore aggiunto da parte della persona anziana?
Direi di sì ed è la consapevolezza: ogni anziano ha consapevolezza della propria fragilità, una fragilità che può essere limitata solo dalla rete familiare e sociale intorno a lui, al di là della condizione economica.
Le tue aspettative riguardo lo svolgimento del servizio civile trovano riscontro con l′attività che stai svolgendo?
Sì, credo che questo sia un servizio del tutto innovativo, che si può comprendere solo standoci dentro. Il concetto di assistenza leggera è complesso e ricco di sfumature e solo col tempo possono essere colte tutte.
Bene Cristina, per concludere la tua intervista raccontaci un aneddoto o un′attività che ti ha colpito maggiormente e che pensi possa racchiudere il significato più autentico dell′esperienza che stai vivendo.
Non c′è un episodio particolare che voglio raccontare. Credo che la presenza costante di ogni operatore del servizio, non solo nella risoluzione delle problematiche, ma nella vita stessa degli anziani, ha permesso la nascita di relazioni basate su fiducia e riconoscenza, perché sanno di avere qualcuno su cui poter sempre contare. Non passa una festività in cui il telefono non sia in tilt per le chiamate di auguri o l′ufficio pieno di dolci. Queste persone si recano in ufficio anche semplicemente per condividere qualcosa che è accaduto nella loro vita...
Essere considerata e sentirmi parte di un servizio sociale che offre un aiuto concreto e crea delle vere relazioni, questo è per me il Servizio Civile.
Continuiamo con la testimonianza della seconda volontaria.
Giulia è un’assistente sociale ed ha deciso di mettere a disposizione il suo impegno e le sue capacità in uno sportello di accoglienza per rifugiati e profughi, in cui si occupa di prima accoglienza, di promozione ed educazione culturale, ma anche di attività ricreative come laboratori artistici.
Qual è stato l′impatto iniziale con le realtà complesse con cui hai occasione di rapportarti ogni giorno? Questa nuova situazione ha contribuito a cambiare il tuo modo di vedere le cose?
Questa esperienza mi ha permesso innanzitutto di poter eliminare i pregiudizi che avevo, soprattutto su alcune culture di cui sapevo molto poco e che conoscevo solo per sentito dire. Oggi sono felice di avere un rapporto cosi diretto con persone diverse da me e potermi confrontare con loro ogni giorno.
Il tuo progetto prevede l′incontro con persone che hanno alle spalle situazioni difficili da cui fuggire: con quale spirito ti avvicini a loro?
Ogni mattina arrivo di buon umore e cerco sempre di strappare un sorriso quando vedo la tristezza sul volto di qualcuno. Altre volte capita, con chi ho già più confidenza, di farmi una chiacchierata sul loro passato.
Quali competenze specifiche da poter utilizzare in ambito lavorativo senti di aver acquisito attraverso la tua esperienza di servizio civile?
Sicuramente sviluppare un approccio con l′utente, capire che ogni persona è a sé stante e quindi imparare a saper lavorare nelle diverse situazioni. Poi anche sbrigare faccende burocratiche (la questione dei permessi di soggiorno ad esempio).
All′interno del centro SPRAR (Sistema di Protezione per Richiedenti Asilo e Rifugiati) realizzate diverse attività per favorire l′assistenza agli immigrati che accogliete: scegli e descrivi un′attività che sia rappresentativa della valenza di integrazione sociale, sanitaria e culturale di cui si fa portavoce il progetto.
I ragazzi partecipano ogni giorno a un laboratorio all′interno di un atelier. Quest’attività ha una certa rilevanza nel loro quotidiano, perché oltre ad imparare un lavoro, imparano a stare a contatto con diverse persone e culture, a lavorare in gruppo ed è stimolante anche per esercitarsi con la lingua italiana. Cerchiamo inoltre di far conoscere loro tutte le zone della città, in modo che abbiano dei punti di riferimento quando hanno bisogno di qualcosa e per favorirne l’autonomia.
Ottimo. Per concludere...
Concludo dicendo che spero di essere stata utile agli altri quanto loro lo sono stati per me. Ogni giorno imparo qualcosa di nuovo e posso solo ritenermi soddisfatta della scelta che ho fatto.
Come abbiamo visto, i percorsi di Servizio civile possono essere molto diversificati, e possono racchiudere significati e ricordi peculiari per ognuno, ma il nodo di raccordo di tutte queste strade - al di là dell’affettazione che un pensiero del genere sembra dimostrare - è comune e molto concreto: essere qualcuno su cui si può contare, essere utili per qualcun altro.
Link utili
Elenco progetti Servizio Civile 2016
Requisiti e moduli di partecipazione
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Le immagini che ritraggono momenti di attività ricreativa all′interno di un centro socio - sanitario per anziani, sono di proprietà del Consorzio Parsifal.
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