Come ogni avventura, anche il viaggio del Servizio Civile ha un protagonista indiscusso: il volontario, o meglio i volontari e le loro mille sfumature. C′è chi parte con la fiera consapevolezza che andrà a fare qualcosa di speciale per sé e per il mondo; c′è chi sceglie di prendere parte al percorso con in tasca una piccola dose di leggerezza, forse, almeno inizialmente, ignaro del suo significato, ma di certo tutti hanno deciso di disporsi in cammino con lo sguardo rivolto in avanti, pronti ad affrontare il viaggio e gli sconvolgimenti che la strada porterà.
Una strada che qualcun altro terrà d′occhio cercando di renderla interessante ad ogni passo. Dietro la grande macchina del Servizio civile, infatti, c′è chi tesse i fili dell′esperienza in ogni scrupoloso dettaglio: progettisti e Olp (operatori locali di progetto), coordinatori e formatori che si muovono accanto al volontario, nel rispetto dei suoi ritmi, in ascolto dei suoi timori. Con la passione di chi sta dietro la macchina da presa.
Nell′articolo che vi proponiamo - pubblicato di recente sul portale della Regione Lazio dedicato al Servizio civile - è proprio una nostra formatrice a scrivere il come e il perché di un viaggio che inizia prima di tutto con chi ne pianifica i luoghi, gli umori, le aspettative.
Quando decidiamo di intraprendere una nuova esperienza, un nuovo percorso, in realtà non sempre appaiono chiare anche a noi stessi le motivazioni. Più semplicemente sentiamo un bisogno di metterci alla prova, un’esigenza di cambiare contesti, un desiderio di guardare altrove per scoprire il nuovo. E’ solo quando siamo disposti a lasciare che i cambiamenti e le novità modifichino la nostra visione della vita, che comprendiamo facilmente come il viaggio abbia avuto il suo senso.
Ci è sempre piaciuto pensare il Volontario in Servizio Civile come un viaggiatore. Un viaggiatore che sceglie di partecipare ad un viaggio. Questo ci basta: che vi sia la scelta di partire e che si sia disposti a camminare e ad accettare quello che la strada offre. Le motivazioni, poi, sono fattori dinamici e cambiano e si arricchiscono durante il cammino personale. Alcuni ragazzi mostrano sin da subito grande voglia di mettersi in gioco e per loro l’opportunità di sperimentarsi è presto offerta; altri non conoscono le proprie capacità e risorse, ma un occhio attento non può non coglierle e leggerle nell′ottica di solidarietà che anima il servizio. Altri ancora sono alla ricerca di un lavoro, che altro non è che il desiderio di collocarsi nel sistema sociale con una cifra esistenziale di produttività. Alcuni hanno la fortuna di conoscere qualcuno che quel percorso lo ha già concluso e allora forse risulta più semplice intraprendere un viaggio che rivela le sue promesse nelle parole di chi in quel luogo ideale c’è stato. Altri compiono il loro salto nel vuoto, si sperimentano, per capire la prospettiva delle direzioni future; alcuni colgono i momenti di confronto e verifica come tasselli della propria crescita per capire chi si è e chi si vuole diventare… provano e sbagliano, per superare se stessi e per andare un po’ più in là nella giusta direzione: avanti. Qualunque sia il punto di partenza poco importa, se si ha la voglia di mettersi in cammino. Il valore aggiunto, ciò che riempie lo zaino del viaggiatore, lo faranno le esperienze vissute e i compagni incontrati.
Far funzionare la grande macchina del Servizio Civile, migliorarla e renderla accogliente per chi ne prenderà parte è l’obiettivo che ci prefissiamo ogni volta, con la speranza che questo anno diventi qualcosa di significativo per i viaggiatori, che essi riaccendano valori quasi trascurati e dimenticati, facendo posto allo spirito intraprendente di chi ogni giorno decide di servire la propria Patria in un modo speciale.
Facciamo nostre, sempre, le parole di Anne Carson: "L’unica regola del viaggio è non tornare come sei partito".